Tour  GUATEMALA  2014

Alla scoperta dei posti dove oggi sopravvive la cultura e la tradizione del  grande popolo discendente dai Maya 

 Sono pochi i posti del Centro America dove si riesce a cogliere, come in Guatemala, lo spirito della cultura e delle tradizioni dell’antico popolo discendente dai Maya. Località come Chichicastenango, o i tanti villaggi disseminati nella zona occidentale degli altipiani ed intorno al grande lago vulcanico di Atitlán, sono un vero e proprio scrigno che custodisce uno spaccato straordinario di ciò che oggi rimane nel mondo dello stile di vita, dei costumi e delle tradizioni degli antichi maya. Qui sopravvivono i dialetti che si sono tramandati nei secoli, discendenti dall’idioma tradizionale, e che sono diffusi più della lingua ufficiale spagnola. Qui si assiste ad una sfilata di colori e tessuti di straordinaria bellezza, espressi dagli abiti tradizio- nali indossati con orgoglio da tutta la gente; qui troviamo ancora oggi riti e culti prettamente pagani, profondamente radicati nello spirito religioso locale, che si affiancano e si integrano con l’altrettanto partecipata fede cattolica  e che fini-scono, inevitabilmente, per essere “tollerati” all’interno della stessa chiesa. Il viaggio in Guatemala è stato stancante, per via dei lunghissi-mi tragitti da percorrere in auto per raggiungere le varie zone del paese, grande  poco più di un terzo dell’Italia, ma con una rete stradale al limite del praticabile. L’abbiamo visitato nella stagione secca e questo ci ha agevolatonegli spostamenti, lungo itinerari altrimenti difficilmente percorribili. Ma la fatica per i lunghi spostamenti è stata sempre compensata dalla straor- dinaria bellezza dei luoghi visitati e dalla grandiosità dei siti archeologici, su tutti quello di Tikal, nel cuore della giungla, ancora oggi solo parzialmente portato alla luce e restaurato, e quello di Copán, località honduregna pochi chilometri oltre il confine, sino alla quale ci siamo spinti dopo un passaggio di frontiera degno di una pellicola cinematografica. Il Guatemala è un paese che offre anche spettacolari scenari naturali, alcuni di rara ed incontaminata bellezza, come i paesaggi vulcanici che sono disseminati nella parte centrale o le lussureggianti foreste tropicali che fiancheggiano il corso del Rio Dulce e la parte nord orientale del paese

Colori e gente nel  grande ed affollatissimo mercato di Chichicastenango. Le vecchie usanze sono riflesse nell'abbigliamento della gente locale, ancora oggi orgogliosamente indossato. Anche il linguaggio parlato, con oltre 20 dialetti discendenti dalla lingua tradizionale dei maya, mantiene la sua tradizione ed è alla base della comunicazione verbale, ancor più della lingua ufficiale del paese che è lo spagnolo.

il grande mercato di Chichicastenango - guarda il video

 TUTTI I COLORI DEI MAYA 

Sia che ci si trovi nel grande mercato di Chichicastenango che  in uno dei tanti villaggi disseminati sull'altopiano centrale e sulle rive del grande lago Atitlán, si assiste ad una sfilata di colori e tessuti di straordinaria bellezza, espressi dagli abiti tradizionali indossati da tutta la gente del luogo. Da notare che ogni villaggio ha il proprio stile, i propri disegni e, soprattutto, i propri colori distintivi, che sono diversi da quelli degli altri villaggi e delle altre comunità. Di pregevole fattura e dalle tinte a colori vivaci, gli abiti ed i tessuti vengono in gran parte ancora oggi lavorati a mano. La gonna delle donne ("corte" o "refago") è una fascia di stoffa decorata che viene avvolta intorno ai fianchi e trattenuta alla vita dalle "fajas", fasce di tessuto strette a modo di cintura. Caratteristici i copricapo usati dalle donne, tra i quali lunghi nastri colorati avvolti, giro dopo giro, intorno alla testa. A completare il quadro gli immancabili "kaperraj", tessuti coloratissimi con funzioni multiuso, da marsupio per i bambini più piccoli a contenitori per la spesa, a mantelle.

Santiago Atitlàn (altopiani centrali)

Santiago Atitlàn (altopiani centrali)

Guarda il video

Lago di Atitlan

Il Guatemala è un paese che offre anche spettacolari scenari naturali, alcuni di rara ed incontaminata

Panajachel

bellezza, come i paesaggi vulcanici che si incontrano negli altopiani centarli ed attorno al lago di Atitlan

Volcàn San Pedro (m. 3020)

Il San Pedro (m. 3020) è uno dei diversi vulcani ancora in attività

I primi giorni del nostro viaggio sono segnati da una vera e propria ‘full immersion’ nel modo maya, tra villaggi, splendidi scenari naturali e gli straordinari colori riflessi nei tessuti e nell’abbigliamento, che sono parte integrante della tradizione locale. Ci accompagna e si consolida la consapevolezza di trovare, ancora oggi, un senso di ‘autenticità’ nella vita di queste piccole comunità, che si tramandano idiomi, riti e costumi che affondano le loro radici nei secoli. Lasciamo l’incanto degli altopiani ed andiamo alla scoperta di un altro volto fascinoso del Guatemala, la città di Antigua, con il suo splendido patrimonio coloniale. La vecchia capitale del paese, eletta dai  colonizzatori  come centro del potere spagnolo  nell'America centrale, le tantissime chiese (di alcune delle quali resiste la sola facciata, essendo stato l’interno devastato dai tanti terremoti  che si sono succeduti nei secoli scorsi: l’ultimo catastrofico nel 1976), le fontane ed i bellissismi palazzi che adornano tutte le “calles” del centro e della “ciudad vieja”.

Antigua, la vecchia capitale coloniale del paese

la

la "muy noble y muy leal Ciudad de Santiago de los Caballeros de Goathemala".
Di grande interesse l'architettura coloniale, risalente al periodo successivo alla colonizzazione spagnola e che trova il suo epicentro nella vecchia capitale Antigua, oggi inserita tra il patrimonio culturale dell'Unesco.

Iglesia de San Francisco

Iglesia de San Francisco

Ciudad de Guatemala

Ciudad de Guatemala

 Stop over di una notte nella capitale Ciudad de Guatemala, prima di proseguire il tour verso la parte orientale del paese, l’Honduras e la costa caraibica.  Impieghiamo sei interminabili ore di auto per raggiungere il sito archeologico di Copán, che si trova a pochissimi chilometri oltre il confine honduregno. L’Honduras è tra i paesi più poveri del globo; lo percepiamo già al passaggio della frontiera, tra guardie avvezze a percepire una ‘mancia-tangente’ ed una schiera di cambiavalute improvvisati, con mazzette di carta moneta nelle mani o strette sotto le ascelle, intenti al vorticoso servizio di cambio con la lempira honduregna. Ma il sito archeologico di Copán, posso dirlo con il senno di poi, è assolutamente imperdibile e giustifica il pur lunghissimo trasferimento in auto su strade certamente non di prim’ordine.

estensione Honduras - il sito archeologico di Copán

La visita alle rovine di Copán è un must che giustifica il pur lunghissimo trasferimento in auto. Il sito è famoso, tra gli altri, per le numerosissime ed interessanti ‘stele’, ricoperte di geroglifici, di raffigurazioni simboliche varie e del dio della pioggia Chac, e di rappresentazioni mitizzate del regnante del tempo,  in onore del quale esse furono realizzate.

 Entrare nel parco archeologico è come immergersi dentro una foresta o una giungla tropicale, accolti dallo  strido lacerante dei coloratissimi ara che volteggiano a centi- naia sopra le nostre teste. Sono le prime ore del pomeriggio, il parco è insolitamente poco affollato e la guida turistica di cui chiediamo il servizio è un simpaticissimo giovane che parla ottimamente l’italiano, appassionato del nostro paese e tifo- sissimo dell’Inter, di cui conosce a memoria la formazione! Percorriamo lunghi e curati sentieri, saliamo e ridiscendiamo collinette, alla scoperta dei tantissimi templi ed edifici. Il sito è famoso, tra le altre cose, per le numerosissime ed interessanti ‘stele’ ricoperte di geroglifici, con rappresentazioni mitizzate  del regnante in onore del quale furono realizzate e dell’on- nipresente dio della pioggia Chac, che qui la fa da padrone. Tra edifici, altari sacrificali, alti templi con scalinate e gli imman- cabili pappagalli variopinti che attraversano il cielo, giungia- giamo alla unica Escalinata Jeroglifica, posta in un vasto spazio aperto, tra il grande Tempio de las Inscripciones ed il cortile per il Juego de la Pelota. Si tratta di un’immensa scalinata dove sono incisi migliaia di glifi che raccontano delle antiche dinastie Maya, considerati il testo più lungo ad oggi esistente dell’antica civiltà, anche se la mancanza di alcuni pezzi perduti ne rende incerta l’interpretazione totale.

Escalinata Jeroglifica, Copan (Honduras)

Escalinata Jeroglifica, Copan (Honduras)

Riproduzione pittorica della vita del  tempio, come si svolgeva durante il periodo precolombiano. L’antica città di Copán , appena  oltre il confine con l’Honduras, costituisce uno dei siti maya scoperti più famosi, insieme a quelli di Tikal e Chichén Itzá e Uxmal (questi ultimi due in Messico)

Riproduzione pittorica della vita del tempio, come si svolgeva durante il periodo precolombiano. L’antica città di Copán , appena oltre il confine con l’Honduras, costituisce uno dei siti maya scoperti più famosi, insieme a quelli di Tikal e Chichén Itzá e Uxmal (questi ultimi due in Messico)

le 'stele'  di Quiriguá, piccolo sito archeologico satellite di quello più grande di Copán

le 'stele' di Quiriguá, piccolo sito archeologico satellite di quello più grande di Copán

Pernottiamo in Honduras, in un magnifico alberghetto-resort nella limitrofa cittadina di Copán Ruinas, con la propria grande piazza centrale, le vie acciottolate e gli edifici colorati e … con militari di giovanissima età che imbracciano il mitra nei vari punti della città. Sveglia di primo mattino per il trasferimento, anche questo lungo e rallentato dai tanti camion che percorrono la stretta carreggiata, verso la costa caraibica del Guatemala. Per non rendere troppo pesante  il trasferimento, facciamo tappa prima del pranzo a Quiriguá, piccolo sito ar-cheologico satellite di quello di Copán, dal quale dista appena 50 chilometri in linea d’aria, ma raggiungibile solo attraverso un lungo persorso di tre ore d’auto su strade tortuose e disastrate. Siamo nel mezzo delle grandi coltivazioni di banane ed ananas, in massima parte di proprietà delle grandi multina- zionali straniere. Il sito archeologico di Quiriguá, curatissimo, è costituito da una piccola porzione di terra che è riuscita a sfuggire alla logica dominante che ha visto tutta l’area limitrofa destinata alla realizzazione di piantagioni. Giungiamo nel primo pomeriggio a Puerto Barrios, l’unico porto commer- ciale del Guatemala che si affaccia sulla limitatissima costa caraibica, dove troviamo ormeggiate navi enormi che da lontano ci sembrano grandi petroliere, ma che realizziamo trattarsi di gigantesche moderne bananiere che trasportano in tutto il mondo i frutti delle piantagioni, con tanto di marchio sulla fiancata delle più note multinazionali del settore.  Al porto ci imbarchiamo su una lancia a motore, bagagli compresi, per un transfer veloce sulla costa opposta, ‘tagliando’ via mare il grande golfo, e raggiungendo il piccolo villaggio, dallo stile tipicamente caraibico, di Livingston.

Livingston

Immerso tra palme ed  una lussureggiante foresta tropicale, ma senza le spiagge ammalianti delle Antille, il paesino è noto per ospitare la comunità dei Garifuna, una etnia che discende  direttamente dagli schiavi importati dall’Africa occidentale: sono gli unici cittadini guatemaltechi che presentano i tratti somatici tipici della gente dell’Africa nera. La vita del villaggio scorre spensierata,  accompagnata ovunque da ritmi musicali suonati con tamburi, campanacci, flauti, gusci di conchiglie ed altri strumenti tradizionali.  Ricorderò questo villaggio, oltre che per la presenza peculiare della gente nera dell’Africa, per l’indimenticabile ‘tapado’, un piatto tradizionale della cucina caraibica del luogo, formato in effetti da due piatti distinti: uno stufato a base di pesce e latte di cocco, nel quale sono immersi grossi gamberi, tranci di red snapper, granchi ed altro ancora, ed uno collaterale con un pesce intero cucinato alla griglia e guarnito con riso, fagioli ed insalata. Ma Livingston è soprattutto il punto di partenza per l’imper- dibile escursione sul Rio DulceLa mattina del giorno seguente, dopo una serata passata ad assistere ad una festa locale con suoni assordanti e bande musicali che si esibiscono nella grande area che funge da piazza, ci imbarchiamo su delle lanchas dedicate ed intrapren- diamo la navigazione lungo il corso del fiume, nel mezzo di una lussureggiante vegetazione, tra paludi di mangrovie ed una fitta rete di corsi d’acqua ricolmi da ninfee, con minuscoli villaggi che sorgono sparuti lungo le rive, ognuno col suo piccolo pontile in legno e qualche canoa ormeggiata, che richiamano molto il paesaggio amazzonico. E’ una esperienza naturalistica eccellente, che dà anche la possibilità di avvistare numerose specie di uccelli, per la gioia degli appassionati del birdwatching che incontriamo numerosi, muniti di binocolo, lungo tutto il percorso. La navigazione fluviale (il fiume è anche una via di comunicazione utilizzata dalle comunità locali) ci prende l’intera mattinata e ci conduce sino alle sponde del lago Izabal, dove ci attende puntuale Luis, la nuova guida che ci accompagnerà per il tratto successivo nella regione del Petén, nella parte settentrionale del paese, tra le  imponenti rovine di uno dei più belli siti archeologici di tutta l’America centrale e del Messico, quello di Tikal.

Il “tapado”, piatto tradizionale della cucina caraibica del luogo.

E' formato in effetti da due distinti piatti, uno stufato a base di pesce e latte di cocco ed uno collaterale con un pesce intero cucinato alla griglia e guarnito con riso e fagioli

Puerto Barrios, Guatemala caraibico

Navigazione sul Rio Dulce

Livington, foce del Rio Dulce
il lago di Petén Itzá, Flores (Guatemala settentrionale)

Parque National del Tikal

Nel cuore  della giungla, Tikal fu la più importante città maya del periodo classico; i suoi resti e le numerose piazze sono stati solo parzialmente portati alla luce e restaurati e le vie di accesso tra le varie zone del sito si districano all’interno di una foltissima vegetazione abitata da animali selvatici.  Ma l’aspetto più straordinario della città è dato dai tantissimi templi e piramidi che si stagliano verso il cielo, con altezze superiori ai 40 metri. La Gran Plaza era il cuore di Tikal ed il centro della vita  cerimoniale, delimitata ai suoi lati da due imponenti  piramidi sovrastate dal tempio. Da sola è espressione della maestosità e grandezza del sito archeologico, vastissimo, con un numero incredibile di templi e piramidi che svettano sulla giungla tropicale.

Il nostro tour volge al termine; prendiamo l’ultimo volo interno per Guatemala City ed il rientro in Italia, con il ricordo ricchissimo di un paese dai mille colori, dove è possibile vivere esperienze culturali e naturalistiche uniche, ed in cui mi piacerebbe un giorno tornare!

la Gran Plaza cuore cerimoniale di Tikal

special thanks to our guide Luis

foto e testi by santi pane

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